31.1.08

nessuno

nessuno pagherà mai denaro per le tue evoluzioni,
disse me stesso a me.
ora penso al futuro come qualcosa di
palesemente affrontabile.
e non voglio fuggire dalla mia pigrizia cosmica.
sarebbe non accettare,
dice ancora me stesso a me.

rotolare nel futuro cercando di darsi una direzione,
guardare la traccia dietro.
non troppo spesso, questo è il trucco.

musica: "O Superman - Laurie Anderson"

impegno sociale?


volontariato, raccolta differenziata, marijuana per tutti, gare di solidarietà, adozioni a distanza.. e si potrebbe andare avanti.

ma credo che i "problemoni belli tosti" (i veri primi della lista) siano altri . solo che non si fanno notare. gli si conferisce una discrezione che è figlia dell'istituzione (intesa come stato sociale consolidato.. e mandato avanti).

esempio banale: davvero si pensa di evitare che il mondo diventi una discarica, facendo la raccolta differenziata? (a parte che voglio proprio vedere se è proprio differenziata fino alla fine, vabè..) mi pare una favoletta per bravi bambini.. tipo: "dai, forza! sù.. basta che ci credi fino in fondo, e tutto ti sarà possibile". Fin quando un industria, per continuare ad esistere, dovrà essenzialmente fare utili (profitto, soldi. soldi. soldi. e ancora: soldi. ma che cosa vogliono dire delle contraddizioni in termini tipo "capitalismo sostenibile" e "commercio equo e solidale"? qualcuno me lo spiega? mi sento idiota..) non ci sarà protocollo di Kyoto che tenga. anzi, saremo esponenzialmente sommersi di stronzate. e anche per fabbricare stronzate ci vogliono energia e materie prime e lavoro, visto che l'albero dei videofonini o degli iPod non esiste (tanto per dire: si inquina, e tanto, per produrre energia e ricavare materie prime). altro che riciclo. sono altre le cose da riciclare: da prendere e rifare da capo.

Poi ci sono anche altre cose, altri intrugli.. ma penso che il senso della provocazione sia abbastanza chiaro, senza bisogno di aggiungere altri esempi. ce li abbiamo davanti agli occhi, basta stare un po' attenti.