10.5.08

cambio

eccolo che arriva. parcheggia la moto accanto al portone, distratto. entra nell’atrio, và per prendere l’ascensore, ha la solita giovane camminata scazzata. circondato dalla tipica cappa di insofferenza. ma oggi non ce la racconta giusta: lo conosciamo bene, noi. c’è qualcosa nel suo passo che.. non fermatevi alla sua posa da scazzo ordinario, buona per fregare un osservatore poco attento. dentro la sua testolina c’è fermento. è chiaro. ecco, avete visto? quel guizzo negli occhi.. meglio seguirlo. preme rapido e deciso il pulsante del suo piano, fremente di pura energia. sì, era vivo. in altri tempi, lo sappiamo bene, avrebbe malamente sbattuto la schiena sulla parete marrone dell’ascensore, dato appena uno sguardo allo specchio e premuto il pesante pulsante, in preda a sentimenti di tristezza diffusa. sguardo obliquo per terra. con faccia sbattuta naturalmente, tipo sono stufo del mondo, eccetera. ma ora non c’era più tutto questo. era troppo tardi, ormai. era cambiato.

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